Lombardia- Borghi lacustri HD

Published 2023-11-28
Cazzago Brabbia
Le ghiacciaie si diffusero in Lombardia a partire dal basso medioevo. Dalla fine del Settecento fino agli anni sessanta del Novecento, sul lago di Varese esistevano le ghiacciaie di lago. Esse erano edifici, chiamati anche giazer o giazzere, progettati e costruiti per stiparvici in inverno il ghiaccio prelevato dalla superficie ghiacciata del lago. Lo stesso ghiaccio che in seguito, durante l'anno, sarebbe principalmente servito a conservare le grandi quantità di pesce pescato, a garantirne la freschezza lungo la via per i mercati lombardi, piemontesi e anche francesi. Le giazzere fornivano anche il ghiaccio per scopo sanitario, per fare impacchi, curare febbri e infiammazioni.
Attualmente le ghiacciaie più famose si trovano alle conserve (cunsèrt in dialetto) di Cazzago Brabbia, sebbene in zona ne esistessero altre: due a Comabbio, sull'omonimo lago, due a Calcinate del Pesce (frazione di Varese), una a Bardello, una a Biandronno e una a Bodio Lomnago La ghiacciaia di Bardello è stata costruita circa 200 anni fa dal duca Pompeo Litta in applicazione della legge dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, che ne imponeva la costruzione, a ogni zona, per scopi primariamente sanitari[9]. Negli anni ottanta del Novecento Alba Bernard, storica affezionata frequentatrice di Cazzago Brabbia, scoprì le ghiacciaie e si prodigò per attirare l'attenzione su di esse, che considerava “un cospicuo patrimonio culturale che si collega alla tradizione della pesca nella zona dei laghi varesini”, e che doveva essere salvaguardato. Agli inizi del XXI secolo le tre ghiacciaie di Cazzago sono state restaurate, gli antichi giazer hanno perso il ruolo di conserve per diventare un vero e proprio monumento.

Arolo è la più meridionale delle frazioni costiere del comune di Leggiuno, situata sulle rive del Lago Maggiore.
Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 110 abitanti, nel 1786 Arolo entrò per un quinquennio a far parte della Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia napoleonico nel 1805 risultava avere 194 abitanti. Nel 1809 un regio decreto di Napoleone determinò la prima esperienza di unione con Leggiuno, ma il Comune di Arolo fu poi ripristinato con il ritorno degli austriaci. L'abitato crebbe poi discretamente, tanto che nel 1853 risultò essere popolato da 260 anime, salite a 335 nel 1871. Il processo continuò oltre la fine del XIX secolo, fino ad arrivare al censimento del 1921 a 457 residenti. Nel 1927 il governo fascista decretò la soppressione del comune e di nuovo, come al tempo napoleonico, l'aggregazione a quello di Leggiuno.

All Comments (1)