Lombardia -Casinò di San Pellegrino Terme - HD

Published 2022-10-18
Casinò Municipale
La nascita del casino di San Pellegrino è legata alla storia delle sorgenti di acque termali del luogo. L’acqua conosciuta in tutto il mondo per le sue qualità curative, in realtà era conosciuta già nel medioevo. Si racconta che anche Leonardo da Vinci, nel periodo in cui lavorò a Milano per gli Sforza, durante un viaggio in Val Brembana, ebbe modo di apprezzare le virtù di queste acque.
Le prime terme nacquero nella prima metà del 1800 per merito di due abitanti del luogo che pensarono di costruire due piccoli stabilimenti termali riservati agli abitanti della valle.
Nel 1899 arrivò a San Pellegrino un importante avvocato di Milano che decide di investire nelle terme con l’intento di creare una nuova e moderna Vichy. Acquista i due piccoli stabilimenti esistenti, li unisce e crea le prime terme curative storiche. A quel punto nasceva l’esigenza di ospitare degnamente la borghesia che frequentava le terme, ed ecco che nel 1902, la società Grandi Alberghi chiese all’architetto milanese Romolo Squadrelli di progettare, in collaborazione con l’ingegnere Luigi Mazzocchi il monumentale Grand Hotel in stile liberty che venne costruito in soli 22 mesi, venne infatti terminato nel 1904, in quegli anni venne costruita anche la ferrovia della Val Brembana che collegava Bergamo a San Giovanni Bianco e successivamente a Piazza Brembana, su richiesta dell’architetto Squadrelli, una fermata venne posta a lato dell’albergo per far si che gli ospiti vi potessero accedere direttamente.
Nel 1905 si inizia a pensare anche ad un altro luogo di svago per i frequentatori delle terme. Vennero nuovamente incaricati Squadrelli e Mazzocchi di studiare un progetto per la realizzazione di un casinò, I due studiano i casinò più conosciuti d’Europa e realizzarono Il magnifico esempio di stile Liberty che è il Casinò di San Pellegrino Terme, costruito in soli 20 mesi, venne aperto nel luglio 1907. Costruito in prosecuzione dei porticati della Fonte Termale, presenta una facciata con le due alte torri che richiama il precedente Casinò di Montecarlo di Charles Garnier; la ricca componente decorativa con la sua forte carica simbolica comprende, fra l’altro, i portalampade e il pennone in ferro battuto di Alessandro Mazzucotelli, gli altorilievi ai lati della porta centrale in cemento trattato “a cotto” con scene bacchiche di Giulio Croce e il fregio dipinto con il motivo dei cervi volanti generalmente attribuito a Francesco Malerba. Le bellissime vetrate del Malerba e Buffa ed infine l’arredo interamente progettato da Eugenio Quarti
Con le Terme ed il Grand Hotel, il Casinò dall’inizio del ‘900 contribuì a realizzare un efficace polo di attrazione per i numerosi e facoltosi ospiti, che a San Pellegrino potevano trovare grandi possibilità di svago e di divertimento. Era un mondo ‘fiabesco’, popolato da regine e principesse, ministri e diplomatici, personalità della finanza, dell’esercito, dell’arte e della cultura, provenienti da Roma, Parigi, Vienna, Berlino, Pietroburgo, Londra, Il Cairo.
Chiuso e riaperto a più riprese, nell’ambito di vari progetti, tesi, da un lato, alla disciplina del gioco d’azzardo e, dall’altro, alla valorizzazione delle stazioni termali e climatiche italiane, cessa definitivamente l’attività nel 1946. Il magnifico edificio del Casinò costituisce ancor oggi una impareggiabile testimonianza per la fantasia compositiva del complesso, per l’eleganza dell’architettura e per le invenzioni delle decorazioni.

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